sabato 27 settembre 2014

Un sale...meno salato.

Il sale da cucina è sicuramente uno degli elementi fondamentali del fabbisogno alimentare umano, non è però di natura e caratteristiche uniche bensì il sale da cucina che troviamo sui banconi e gli scaffali dei comuni rivenditori alimentari ha differenti gradi di salinità e composizioni talvolta sensibilmente differenti.
Iniziamo col dire, anche se è ormai cosa ben nota a tutti, che il sale da cucina (o Salgemma) è un composto chimico ionico di formula NaCl che corrisponde alla nomenclatura IUPAC di Cloruro di Sodio.
E se questo non corrispondesse in realtà sempre al composto che noi tutti ordinariamente utilizziamo per cucinare?

In effetti il sale da cucina ordinariamente usato è costituito da una base più o meno rilevante di cloruro di sodio a cui però sono aggiunti in quantità più o meno rilevanti altri composti che contribuiscono a conferire allo stesso qualità, colori e persino grado di salinità, per cui possiamo realmente distinguere un “sale più salato” da un “sale meno salato”.
Entrando nello specifico si potranno rilevare diverse varietà di prodotto:

·       Sale iodato: comunemente diffuso nei rivenditori è già una varietà sensibilmente differente dal classico cloruro di sodio e deriva all’aggiunta a quest’ultimo di Iodio sotto forma di Ioduro o Iodato di Potassio (KI o KIO3), perché fare tutto ciò? Semplicemente perché l’organismo umano ha bisogno di una minima quantità di iodio per funzionare regolarmente (esso controlla la funzione degli ormoni tiroidei) e in alcune zone del mondo essa è assente nel fabbisogno derivante dalla normale dieta per cui occorre aggiungerlo in altro modo onde evitare l’insorgere di problemi legati all’ipertiroidismo

·       Sale iposodico: sale con minore contenuto di sodio, perché miscelato in quantità variabile con un altro composto ossia il cloruro di potassio (KCl), essendo la sensazione di “salinità” data dall’interazione del sodio Na con l’organismo, il sale iposodico risulta effettivamente meno salato se addizionato ai cibi e può essere utilizzato, sempre previo consulto medico, per tenere sotto controllo problemi legati all’ipertensione arteriosa.

·       Sale asodico: un tipo di sale quasi completamente privo di sodio (ne contiene al massimo lo 0.12%) utilizzato solamente, sempre previa prescrizione, nelle diete iposodiche particolarmente rigide.

·       Sale marino integrale: contenente cloruro di sodio miscelato con altri elementi quali ad esempio iodio, bromo, argento ciò a parità di peso riduca la quantità effettiva di sodio presente e può essere usato in cucina insieme alle erbe aromatiche per il condimento dei cibi.

Ripetiamo dunque ancora una volta che l’elenco dei prodotti qui riportati  hanno uno scopo puramente informativo, per chi fosse interessato all’utilizzo di eventuali prodotti è opportuno consultare un medico senza basarsi semplicemente sulle poche informazioni qui riportate onde incorrere in problemi di salute indesiderati, una dieta buona ed equilibrata è senza dubbio il principale vettore per una vita sana.


Marco Di Paola

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