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Ma com’è possibile che la
situazione stia sfuggendo di mano alle autorità? Come mai fin’ora l’Ebola virus non ha suscitato tanta
preoccupazione?
Le risposte sono
relativamente semplici e concatenate. L’Evd
è molto aggressivo e il contagio avviene per contatto con organi, fluidi
corporei e delle mucose di individui infetti, sia morti che vivi. La cosa più
grave è che il virus si diffonde tra gli esseri umani ed anche tra molte specie
animali, tra cui gorilla, porcospini e pipistrelli della frutta (specie diffuse
in Africa). Fin’ora il virus ha contagiato persone di piccoli villaggi, distruggendo
le forme di vita disponibili e restando senza possibilità di continuare la
diffusione della malattia (senza esseri da infettare, il virus arresta la sua
corsa), per questo non ne abbiamo mai sentito parlare con toni così allarmati.
Attualmente le autorità
sanitarie si trovano però a fronteggiare una situazione nuova, cioè grossi
centri urbani virulenti e non esistendo una cura o un vaccino, possono solo
cercare di limitare le possibilità di contagio per sperare che il virus non
continui a propagarsi; ma la cosa è più facile a dirsi che a farsi. Le
possibilità di diffusione del virus in ambienti africani è molto alta a causa
dell’insufficienza delle risorse atte ad eliminare il materiale infetto, come
tende per isolamento dei malati, smaltitori per i rifiuti biologici e test per
la contaminazione di carni ed altri alimenti. La questione preoccupante resta
la possibilità che il virus si diffonda nei paesi facilmente raggiungibili
dall’africa: se l’Evd dovesse iniziare la sua corsa al contagio anche in paesi
industrializzati, dove la densità di popolazione è alta, ci troveremmo a
fronteggiare una catastrofe.
A
questo punto viene da chiedersi come potersi difendere dal contagio, come si
manifesta la malattia e come viene curata.
Per ridurre al minimo le
possibilità di essere contagiati, è indispensabile evitare il contatto con
animali selvatici, sia vivi che morti, evitare il contatto diretto con gli
infetti e, soprattutto, non bisogna toccare nulla che possa essere stato a
contatto con le secrezioni o con il sangue di animali o persone infette,
inoltre bisogna cuocere bene gli alimenti di origine animale. Possono svolgere
un ruolo nella trasmissione di Ebola anche le cerimonie funebri in cui le
persone hanno contatti diretti con il corpo del defunto. Le persone decedute
per Ebola, infatti, devono essere maneggiate con indumenti protettivi ed essere
sepolte immediatamente.
Le persone sono contagiose
fino a quando il sangue e le secrezioni contengono il virus. Per questo motivo,
per evitare di infettare chiunque altro nella comunità, i pazienti infetti
devono essere attentamente monitorati dai medici, per garantire che il virus
non sia più in circolo, prima del loro ritorno a casa. Gli uomini, guariti
dalla malattia, possono ancora trasmettere il virus a partner attraverso lo
sperma, per un massimo di sette settimane dopo la guarigione.
Chi abita o ha viaggiato
nelle zone colpite il rischio di infezione da virus Ebola è estremamente basso
a meno che vi sia stata esposizione diretta ai liquidi corporei di una persona
o di un animale contagiato, vivo o morto.Un contatto casuale in luoghi pubblici
con persone che non mostrano segni di malattia non trasmette Ebola. Non si può
contrarre la malattia maneggiando denaro o prodotti alimentari o nuotando in
piscina. Le zanzare non trasmettono il
virus Ebola.
Vediamo
ora quali sono i sintomi e le manifestazioni del contagio.
Sintomi della malattia
emorragica da virus Ebola sono: comparsa improvvisa di febbre, intensa debolezza,
dolori muscolari, mal di testa e mal di gola sono i segni e sintomi tipici
(purtroppo aspecifici e non utili per una diagnosi precoce).
Il periodo di incubazione o
l'intervallo di tempo dall'infezione alla comparsa dei sintomi è tra i 2 e i 21
giorni. Il paziente diventa contagioso quando comincia a manifestare sintomi,
ma non è contagioso durante il periodo di incubazione.
La malattia evolve con la
comparsa di segni e sintomi ascrivibili a danni in diversi organi e apparati.
Oltre a segni di prostrazione, possono essere presenti segni e sintomi di
alterazioni nella funzione epatica e renale, respiratoria, gastrointestinale,
del sistema nervoso centrale (cefalea, confusione), vascolare (iniezione
congiuntivale/faringea), cutaneo (esantema maculo papuloso).
I fenomeni emorragici, sia
cutanei che viscerali, compaiono in oltre la metà dei pazienti affetti da Evd,
in genere dopo una settimana dall’esordio. Si può trattare di sanguinamenti a
carico del tratto gastrointestinale (ematemesi e melena), petecchie, epistassi,
ematuria, emorragie sottocongiuntivali e gengivali, meno-metrorragie. Nella
fase terminale della Evd il quadro clinico è caratterizzato da tachipnea,
anuria, shock ipovolemico, sindrome da insufficienza multi-organo.
La letalità, a seconda della
specie di Evd, varia dal 35% al 90%.
Esistono
cure?
Purtroppo, al momento non vi
sono medicinali autorizzati all’uso umano per trattare o prevenire Evd.
Spero che ora abbiamo tutti
le idee un po’ più chiare riguardo questo terribile virus e le sue capacità
infettive. Ricordo a tutti i lettori che l’unico mezzo per contenere le
infezioni siamo noi, evitando comportamenti a rischio.
Maurizio
Arnone
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